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La Coxartrosi

La coxartrosi è un’artropatia degenerativa caratterizzata da alterazioni regressive della cartilagine o della fibro-cartilagine articolare e da modificazioni secondarie della componente ossea, sinoviale e capsulare dell’articolazione. In sintesi, la coxartrosi è la degenerazione della cartilagine dell’anca. Considerando l’importanza di questo tessuto nell’articolazione coxo-femorale, il fenomeno degenerativo progressivo può rendere la mobilità del paziente sempre più difficile e dolorosa. Condizione piuttosto comune nelle persone anziane, può manifestarsi anche in persone molto più giovani, a seguito di traumi ripetuti nel tempo (come nei casi degli sportivi) o fratture dell’articolazione. Nelle persone che hanno superato la mezza età o in presenza di specifici fattori di rischio, è possibile che l’artrosi colpisca contemporaneamente entrambe le anche, condizione nota come coxartrosi bilaterale.

Ne parliamo meglio con il Dr. Luca Busanelli, specialista del settore.





Quali sono le principali cause della Coxartrosi?

I fattori che causano questo problema possono essere di natura differente ma in generale si può distinguere fra due tipi di artrosi dell’anca:

  • COXARTROSI PRIMARIA

  • COXARTROSI SECONDARIA

La coxartrosi primaria può essere data da:

  • Invecchiamento dei tessuti, un po’ come l’arteriosclerosi.

  • Condizioni legate al gene.

  • L’obesità favorisce l’artrosi, non soltanto per il sovraccarico ponderale e meccanico sulle articolazioni portanti ma anche per la situazione metabolica (iperlipidemia).

  • Fattori ormonali: gli estrogeni sembrano inibire la comparsa dell’artrosi (che infatti è frequente dopo la menopausa).

Diverso è il caso della coxartrosi secondaria, causata, invece, da altre patologie. Generalmente si verifica prima dei 45 anni d’età e può essere associata ad anomalie morfologiche dell’anca.

  • Nei giovani, per esempio, il morbo di Perthes può causare un ridotto afflusso di sangue, portando a necrosi ossea: pertanto è fondamentale una diagnosi precoce, in quanto la coxartrosi secondaria ha un decorso più veloce.

  • Il diabete e le patologie cardiovascolari sono altri esempi di condizioni che possono provocare l’artrosi.

  • La displasia congenita dell’anca.

  • La coxa vara (esito di epifisiolisi).

  • Gli esiti delle fratture del collo del femore o di lussazioni traumatiche dell’anca o di fratture dell’acetabolo.

  • Tutte le necrosi dell’epifisi femorale.

Quali sono i sintomi della Coxartrosi?


I principali sintomi della coxartrosi:

  1. Dolore

  2. Limitazione dei movimenti

  3. Rigidità articolare

I sintomi della coxartrosi sono esclusivamente locali; non vi è alcuna compromissione dello stato generale, nè alcun segno sierologico di flogosi. Le superfici articolari, normalmente levigate, lubrificate e scorrevoli, divengono accidentate, ruvide e incongruenti per la deformazione progressiva dei capi articolari. Dalle stesse superfici vengono continuamente “abrasi” minuscoli frammenti di cartilagine degenerata e polvere di osso, che sono fagocitati dalla membrana sinoviale, la quale diviene così cronicamente “irritata” e iperplastica. Questa situazione produce due sintomi:

  1. Dolore risvegliato dal carico e dal movimento dell’articolazione

  2. Progressiva diminuzione dei movimenti articolari

Il dolore è avvertito nella regione dell’anca e si irradia spesso alla faccia antero-interna della coscia e mediale del ginocchio. I movimenti che diminuiscono sono la flessione la rotazione interna e l’abduzione. Vi è una caratteristica zoppìa di “fuga” poiché il malato cerca di ridurre al minimo la durata dell’appoggio sull’anca dolente. Tra i disturbi più frequenti denunciati dal paziente e causati dalla rigidità articolare dell’anca sono la difficoltà a salire le scale e ad infilarsi le calze. Qualche volta la coxartrosi ha un decorso particolarmente rapido e destruente (coxartrosi distruttiva rapida). Nelle prime fasi, comunque, la coxartrosi può essere controllata con trattamenti conservativi, utili a rallentare il decorso della malattia. Nei casi più avanzati, in cui il dolore e le difficoltà deambulatorie aumentano sempre più, può essere risolta con l’impianto di protesi d’anca.


Quali sono le possibili cure della Coxartrosi?

Le alterazioni regressive della cartilagine articolare non sono reversibili. Non esiste alcuna terapia capace di far regredire l’artrosi, una volta iniziata. Si può soltanto cercare di prevenirla, di ritardare l’evoluzione, di eliminare il dolore e, talvolta ripristinare il movimento articolare. I trattamenti disponibili per il controllo della coxartrosi variano in base allo stadio della patologia. In un primo momento, si attuano terapie conservative per rallentare la progressione e permettere la deambulazione autonoma. Le terapie conservative possono prevedere:

  • L’assunzione di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), per il controllo del dolore;

  • La fisioterapia; il calore asciutto nelle sue forme (termoforo, raggi infrarossi, magnetoterapia) giova al dolore artrosico anche se in via temporanea. Il massaggio muscolare e connettivale è utile perché riattiva la circolazione regionale, riduce la contrattura e migliora il trofismo muscolare.

C'è un'operazione possibile? si, l’operazione chirurgica di sostituzione dell’articolazione coxo-femorale viene presa in considerazione quando:

  • Il dolore risulta persistente;

  • La deambulazione e i movimenti dell’anca sono estremamente limitati.

Nei casi lievi e moderati, dunque, si procede con le terapie elencate in precedenza. Le possibilità protesiche disponibili sono:

  1. L’Endoprotesi, che sostituisce la sola testa del femore;

  2. L’Artroprotesi quando rimpiazza l’intera articolazione, compreso l’acetabolo (la cavità in cui è solitamente alloggiata la testa del femore).

Viene considerato un intervento sicuro, dalla durata media compresa tra i 45 e i 60 minuti, ma che richiede una grande collaborazione da parte del paziente, soprattutto nella fase di recupero post-operatoria, in quanto il recupero completo della funzionalità articolare può avvenire solo avendo estrema cura della neo articolazione impiantata.


Vuoi saperne di più? Scopri tutto sul sito del Dr. Busanelli: https://lucabusanelli.it


Tratto da “La protesi d’anca mobilizzata: l’intervento di reimpianto”

di A. Toni, A. Sudanese, L. Busanelli, P.P. Calderoni, C. Masetti, S. Stea, I. Fusaro, L. Lena

Pubblicato da Istituto Ortopedico Rizzoli – Bologna – 2003

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